Un anno straordinario – Prompt Per una parola di troppo, Per una scommessa #4

Lo scorso 7 marzo è stato il primo anniversario della pubblicazione di “Per una parola di troppo”, quarto e ultimo volume della serie “Per una scommessa.” Non potevo non scrivere un racconto su James e Ryan, e quale argomento miglio se non, appunto, il primo anniversario? James con le sue solite crisi e i suoi sproloqui, Muffin che non fa altro che punzecchiarlo, Ryan che come sempre porta tanta pazienza… La cosa che più importa, però, è l’amore che lega il nostro folle James e Ryan, il suo amato personale armadio a tre ante. Oh, a proposito, anche James sa essere romantico, quando vuole…

Buona lettura!

Un anno straordinario

BAM BAM BAM
Il mio pugno sbatte contro la porta con violenza. Sento un po’ di dolore, ma diavolo non mi fermerò. Dove diavolo è?
BAM BAM BAM
Finalmente la porta si apre e mi trovo davanti il mio migliore amico. Indossa una t-shirt nera e un paio di boxer blu, è a piedi nudi e ha i capelli arruffati e sparati ovunque. Più del solito, intendo. I suoi occhi sono arrossati e mezzi chiusi e la guancia sinistra è arrossata, probabilmente a causa del cuscino.
Ops, stava ancora dormendo.
«James!» esclama infatti incazzato, «cosa ci fai qui alle…» si volta indietro e controlla l’orologio che è appeso alla parete alle sue spalle, poi spalanca gli occhi, «otto e trenta? Cazzo, J! Per una volta che i bambini dormono ancora!»
«Scusa!» dico subito con una scrollata di spalle. «Non credevo stessi ancora dormendo.»
«È domenica!»
«Ma di solito i gemelli sono già svegli…»
Dylan si arruffa ancora di più i capelli e sbuffa, ma poi si sposta e mi lascia entrare. «Spero sia una cosa seria.»
Annuisco con energia. «Lo è.»
«Vuoi un caffè? Io ne ho maledettamente bisogno.»
Annuisco di nuovo e andiamo in cucina. Mentre Dylan prepara il caffè, io prendo le tazze e le poggio sul ripiano vicino a lui. Quando è pronto, ci sediamo entrambi al tavolo.
«Ho svegliato anche Nick?» chiedo dopo il primo sorso.
«No, saresti già morto, altrimenti,» replica Dy dopo uno sbuffo. «Allora, qual è il motivo per il quale mi hai svegliato così presto di domenica mattina?»
«Un anno,» rispondo subito.
Il mio amico assottiglia gli occhi. «Ti rendi conto che non posso capire cosa intendi, vero? E non perché mi hai svegliato di soprassalto e così presto.»
Ci penso un attimo, poi ci arrivo. «Oh, sì, giusto.» Prendo un respiro e riprendo. «Tra qualche giorno sarà il nostro primo anniversario.»
«Ah.»
«Mio e di Ryan, intendo.»
«Questo l’avevo capito.» Prende un lungo sorso di caffè prima di chiedere: «E quale sarebbe il problema?»
Spalanco gli occhi. «Il regalo! O come festeggiarlo o quello che cazzo è! Devo farlo? Se sì, cosa? Come?»
«Oh Signore mio,» borbotta Dy, poi fa un respiro profondo e lo rilascia lentamente. «Sei serio, James? Sei venuto qui così presto, stavi per buttare già la porta di casa mia, e tutto questo perché non sai se fare un regalo a Ryan per il vostro primo anniversario?»
«Esatto!»
«Non urlare, cazzo!» ringhia. «Se svegli Alec ed Emma ti uccido con le mie mani, è chiaro?»
«Scusa.» Questa volta sono io a borbottare. «Sto andando in panico, Dy.»
«Lo vedo, e conoscendoti non ne sono sorpreso, ma, J, non devi. Insomma, è Ryan. Ti ama, stravede per te. Qualsiasi cosa tu faccia, o non faccia, andrà bene.»
«Ma se si aspetta che io gli regali qualcosa?»
«Stiamo parlando di James Morris, non si aspetta proprio nulla da te!»
Mi porto le braccia al petto, offeso. «Questa non è una cosa carina da dire, amico.»
Dylan alza gli occhi e sbuffa. «Intendevo dire che sei imprevedibile, J. Insomma, gli hai chiesto, urlando, di vivere insieme mentre stavate facendo sesso! Hai quasi ucciso il suo gatto dandogli un calcio…»
«Non volevo dargli un calcio, volevo solo spostarlo e non sono riuscito a controllare la mia forza!»
«E cosa hai fatto dopo?»
«Gli ho cucinato un dolce a forma di gatto,» rispondo con un borbottio.
«Con tanto di baffi colorati. E come ha reagito Ryan?»
«Dicendomi che sono incredibile e che mi ama più di qualsiasi altra cosa al mondo. E poi mi ha scopato sul tavolo.»
«Esatto. James, amico, un regalo per il vostro anniversario non gli dimostrerà quanto lo ami. Lui lo sa già.»
«Ma sarebbe un pensiero carino, vero?»
«Beh, certo. A chi non piace ricevere regali? E poi è una data importante.»
«In pratica mi stai dicendo che dovrei fargli un regalo, Dylan.»
Lui scrolla le spalle. «Non deve essere per forza qualcosa di materiale e tantomeno qualcosa solo per lui. E non deve essere un gesto forzato.»
«Non capisco.»
«Ascolta, pensa a quanto quest’anno abbia cambiato la tua vita. Conoscere Ryan, innamorarti di lui, la convivenza.»
«È stato un anno tosto,» dico con un sospiro.
«Già, ma in che senso? Positivo, negativo?»
«È stato magnifico,» rispondo sorridendo. «Ryan è stata la cosa più fantastica che mi sia mai capitata. Voglio dire, ho vissuto dei momenti meravigliosi anche prima di conoscere lui, insieme a te, ai ragazzi, la mia, la nostra, famiglia, ma lui… Lui mi ha fatto conoscere l’amore, Dy. Mi ha reso migliore.»
«Non eri male neanche prima, sai?» dice con un ghigno.
«Ovvio che no, sono sempre stato fantastico!» Dylan ridacchia. «In modo diverso, però. Lo amo, Dylan. Lo amo con tutto me stesso e adoro vederlo felice. Adoro quando sorride solo guardandomi o quando borbotta che non è vero che odio quella sua bestia.»
«Ha ragione, tu non odi Muffin.»
«Non è vero. Lo odio con tutto me stesso!»
«A-ha.»
«Idiota.»
«Vai avanti. Cos’altro ami?»
Scrollo le spalle. «Ogni momento che viviamo insieme. Adoro anche andare in motocicletta con lui, ormai. Adoro stare tra le sue braccia. Merda, chi l’avrebbe mai detto che sarei diventato così.»
«Così come?»
«Come te e Nick. O Danny e Ethan. Così sdolcinato.»
«È l’amore, amico.»
Grugnisco. «Allora, cosa faccio?»
Dylan scuote la testa. «Non posso dirtelo io.»
«Dovresti aiutarmi!»
«Ti ho aiutato. Devi solo rendertene conto.»
«Ti odio quando fai così.»
«Nah, tu mi ami. Dopo Ry, ovviamente.»
Ridacchio, poi sorrido come uno stupido quando lui mi fa un occhiolino. «Scusa se sono piombato a casa tua.»
«Come se fosse la prima volta,» risponde Dy, poi controlla l’orologio. «Dov’è Ryan, comunque?»
«A correre,» dico scuotendo la testa. «Non ho idea di come faccia.»
Dylan sta per dire qualcosa quando dal baby-monitor sentiamo dei lamenti. Mi alzo, seguendo il mio migliore amico.
Nella camera dei gemelli troviamo Nick. È a torso nudo, un pantalone da pigiama gli scende largo sulla vita. Sta canticchiando qualcosa ai bambini e non ci sente arrivare.
«Buongiorno,» dice allora Dy. Posso percepire l’amore che prova per la sua famiglia dalla voce. Non credevo fosse possibile.
Nick si gira e sorride. «Ehi, J,» mi saluta. «Cosa ci fai qui?»
«Piccola crisi da primo anniversario,» risponde subito Dylan e io gli do un pugno non proprio leggero sulla spalla.
«Grazie, amico,» borbotto, poi mi avvicino alle culle. Alec ed Emma sono svegli e, con un sorriso, muovono braccia e gambe. «Ciao, piccoli birbanti,» dico con tono allegra. Prendo Alec in braccio, strofino la punta del mio naso contro il suo, facendolo ridacchiare. «Ti stai facendo proprio pesante, eh?» Dico solleticandogli la pancia.
«Hanno più di un anno, ormai,» dice Nick prendendo Emma, che però si sporge verso di me. Io faccio la linguaccia al suo papà e la prendo. Ora sono diventato molto più abile a tenerli entrambi tra le braccia. Dylan dà un bacio sulla piccola testa dei bambini, poi ne dà uno anche a suo marito. «Hai dormito abbastanza?»
«Sei tornato molto tardi, questa notte?» chiedo a Nick, che annuisce. Ieri eravamo tutti al Bulls, tranne Dylan purtroppo, e in effetti c’era parecchia gente. «Anche Ryan ha finito più tardi del solito, ma è comunque uscito alle 8 di mattina per fare jogging. Non lo capirò mai.»
«Solo perché preferiresti fare sesso, invece che vederlo uscire,» mi prende in giro Dylan.
«Nah. Lo facciamo quando torna,» rispondo io facendogli l’occhiolino. «Anzi, è meglio che vada, se non voglio che mi scopra.»
Dylan prende Emma e Nick Alec e insieme torniamo al piano di sotto. Saluto i bambini con un bacio e i loro papà con una pacca sulla spalla, poi esco.
Quando torno a casa, Ryan ancora non c’è, per mia fortuna. Almeno non dovrò mentirgli sul perché sono uscito così presto. Muffin è appallottolato sul divano, ma quando sente i miei passi balza sul pavimento e mi guarda. Mi fermo in mezzo alla stanza, alzo una mano e dico: «Alt. Non ci provare neanche.» La bestiaccia mi ignora e inizia ad avvicinarsi a me. «Ti taglio quelle orribili orecchie a punta se ti strofini contro di me, è chiaro? Non ho i jeans lunghi.» Cazzo, com’è possibile che questa specie di gatto raggrinzito decida di strofinarsi contro di me proprio quando ho i pantaloni corti? Lo fa apposta, maledetta bestia! E infatti, prima che io riesca a indietreggiare, Muffin strofina la sua orrida pelle contro la mia gamba sinistra, facendomi rabbrividire. «Stai lontano da me, bestiaccia!»
«Vuole solo darti il buongiorno.»
Concentrato com’ero sul gatto, sobbalzo alla voce di Ryan. Senza fare un passo perché terrorizzato da Muffin e dalle sue unghie affilate, volto lentamente la testa verso il mio bellissimo e super sexy compagno. Ha una canottiera nera aderente incollata al petto per il sudore e un pantaloncino da jogging bianco e nero. Dio, sembra erotismo e sensualità in care e ossa. O per meglio dire muscoli. Gli salterei addosso se riuscissi a muovermi. Poi, un pensiero mi salta in mente. Mi porto le braccia al petto e con un broncio dico: «Sei uscito di casa così?»
Ryan aggrotta la fronte. «Come ogni volta che vado a correre.»
«Beh, cosa ti ho detto l’ultima volta?»
Ryan ci pensa un attimo, poi sbuffa divertito. «Sul serio, J?»
«Ti guardano tutti! E tutte!»
Il mio uomo si avvicina e sposta Muffin con un piede così che io riesca a muovermi. «Piccolo, non puoi essere così geloso, dai.»
Gli lancio uno sguardo omicida. «Certo che posso!»
Ryan mi prende per la vita e mi stringe forte. «Se non fossi così sexy non saremmo qui, ora.»
Io roteo gli occhi. «Presuntuoso.»
«No, è realismo, tesoro,» replica divertito, poi mi bacia con passione, zittendomi e facendomi rabbrividire. Io faccio un piccolo salto e lui mi tiene per le gambe.
«Ok, forse sono un po’ esagerato,» sussurro sulla sua bocca, «ma tu sei solo mio, chiaro?»
«E lo sarò sempre, piccolo.»

*

«Non so cosa diavolo sto facendo!» urlo al telefono.
«James, calmati, per l’amore del cielo!» replica Lex a voce alta.
«Stai solo cucinando un dolce, non è la prima volta che lo fai,» aggiunge Lily.
Dio, perché diavolo ho deciso di fare una chiamata di gruppo?
«Sono pieno di farina,» mi lamento. «E il forno è ancora occupato dalle bistecche.»
«Tra pochi minuti saranno pronte e potrai infilarci il dolce,» cerca di calmarmi Ethan.
«E ci vorrà ancora un’ora prima che Ryan torni, hai tutto il tempo,» dice Dylan. In sottofondo si sentono i gemelli gorgogliare, come a voler dare ragione al loro papà.
«Avrei dovuto comprargli un regalo piuttosto che fare una cena a casa con dei stupidi fiori e delle candele inutili.»
«Non è vero,» afferma Nick, «hai fatto un gesto molto carino, J. Ryan ne sarà felice.»
«Tu dici? Io non ne sono così sicuro.» Per disperazione mi porto una mano tra i capelli, sporcandoli di farina. Oh, merda! Ora devo anche farmi lo shampoo! Ok, calmati, Morris! Ricorda che visto che ne sei coperto ovunque non mi cambia un granché. «E se invece avesse preferito…»
«James, basta così!» esclama Danny spazientito, con Matt che borbotta qualcosa che non capisco.
Il forno trilla e io sussulto. Le bistecche sono pronte, così mi pulisco − più o meno – le mani per sfilarle da lì e sostituirle con il dolce. Una volta fatto, mi guardo in giro. La cucina è un disastro e Muffin mi sta guardando con la testa leggermente piegata, gli occhi gialli quasi mi trafiggono. Dopo verrà il più bello e ancora mi chiedo come farò… Beh, lo faccio per l’uomo che amo, quindi in un modo o nell’altro ci riuscirò.
Circa quindici minuti dopo, la cucina è di nuovo limpida, e anche io. Il dolce è ancora in forno, mi resta solo preparare il tavolo e mettere un papillon alla bestia.
Ho già l’ansia…
Preparo il tavolo alla perfezione, con tanto di fiori al centro e candele ai lati. Ho anche messo i calici per lo champagne. Devo dire che Lily mi è stata molto d’aiuto in questo. Ora ecco il più bello. Vado in camera per prendere il papillon e quando torno in salotto Muffin si sta leccando una zampa. Bleah.
«Allora, bes… Muffin.» Meglio essere gentili, giusto? «Dunque, dobbiamo fare una super sorpresa al tuo adorato padroncino, che è anche l’uomo che amo più di ogni altra cosa al mondo, quindi ci conviene collaborare, capito?» Faccio un passo verso di lui. «Dobbiamo essere eleganti e raffinati, perciò, amico, ho preso una cosa per te. Vedi questo?» alzo il papillon rosso per farglielo vedere, «devo mettertelo al collo.»
La cosa si mette su quattro zampe e soffia. Cazzo. «Ascolta, lo facciamo per Ryan, ok? Quindi ti prego, ti prego, non farmi male. Sai che ho il terrore di avvicinarmi a te e che non mi piaci, e forse questo proprio non dovevo dirtelo, ma fai il bravo. Non graffiarmi, ti supplico.» Muffin miagola e si mette seduto sulle zampe posteriori. È un buon segno? Cristo, non ne ho idea. In ogni caso, mi accuccio davanti a lui e allungo le mani verso la sua testa raggrinzita. La bestiaccia allunga una zampa e mi graffia.
«Cazzo! Brutta bestiaccia, mi hai fatto male!» Ritraggo le mani. Quella destra ha due graffi rossi che bruciano da morire. Oh, prima o poi lo strangolerò davvero, questo gattaccio! «Rifallo e ti taglio la coda, è chiaro?» ringhio. «Collaborazione, ricordi? Lo faccio per Ryan, quindi datti una cazzo di calmata!»
Muffin miagola ancora una volta, ma sembra essersi calmato. Ci riprovo. Questa volta la sua zampa arriva al polso.
«Aia! Sei proprio un bastardo! Brucia da morire, cazzo! E smettila di fare lo stronzo!» I nuovi graffi bruciano ancor più di quelli di prima. La prossima volta che Ryan o qualcun altro dice che non è vero che odio questa orrida bestia lo strozzo! Ora però basta. Mi sta facendo davvero incazzare. Può graffiarmi quanto vuole, può anche provare a tagliarmi la gola, gli metterò il maledetto papillon! Mi alzo e, con uno scatto, salto dietro di lui, lo blocco tra le mie gambe così da impedirgli qualsiasi movimento e gli ficco il papillon con forza. È un po’ storto, ma più di questo non posso fare. Muffin soffia e si incurva, e sono convinto che rizzerebbe il pelo se solo lo avesse. Appena lo lascio andare, il suo sguardo mi dice che è pronto a combattere. Ma io sono più furbo e scappo via fino al bagno, così da potermi vestire.
Indosso un jeans scuro, camicia bianca e giacca casual beige. Dopo, mi ricordo che il dolce è ancora in forno, così corro a spegnerlo. Grazie a Dio non si è bruciato e, anzi, ha un buon aspetto. Spero che lo sia anche il sapore…
Dio, credo di non aver mai vissuto una giornata così stressante!
Controllo che tutto sia perfetto, e che Muffin mi stia il più lontano possibile. Qualche minuto dopo, sento la porta aprirsi.
«James, ci sei?» mi chiama Ryan.
«Sono in cucina.» Mi stiro la giacca con le mani, asciugandomi anche il sudore.
Quando mi raggiunge, spalanca gli occhi e un enorme sorriso gli illumina il viso. «Wow. Piccolo, è… Wow.»
«Buon anniversario, tesoro,» dico sorridendo, un po’ impacciato.
«Stai benissimo.» Mi guarda dalla testa ai piedi, poi il suo sguardo si sofferma sulla mia bocca. Si avvicina lentamente e mi bacia con dolcezza. «Non avevo idea… Questa è una vera sorpresa.»
«Ti va bene? La cena, intendo. Volevo festeggiare il nostro primo anniversario, ma non sapevo come. Insomma, volevo fare qualcosa, qualcosa di speciale, ma non sapevo cosa ti sarebbe piaciuto, un regalo o qualcosa…»
Ryan mi zittisce con un bacio. «Respira,» sussurra sulla mia bocca. «È perfetto, James.»
«Non sapevo se ti aspettassi…»
«Non mi aspettavo nulla, piccolo,» mi zittisce ancora, «Sei imprevedibile, e davvero, davvero magnifico.»
Abbozzo un sorriso e gli accarezzo la guancia. A quel punto, lui nota i graffi sulla mano e sul polso. «Cos’è successo?» mi chiede assottigliando gli occhi. «Hai di nuovo pestato la coda a Muffin?»
«In realtà…» Mi guardo intorno per scovare la bestia. «Oh, eccolo lì, vicino alle ciotole. Guardalo.»
Ryan si volta per guardare il gatto. Quando lo vede, inizia a ridacchiare. «Gli hai messo un farfallino.»
«A-ha.»
«James è…»
«Ridicolo?»
«Inaspettato. Ti sei avvicinato a Muffin di tua spontanea volontà? Questo sì che è un passo avanti.»
«Oh, l’ho pregato di non farmi del male prima che mi avvicinassi a lui, ma mi ha graffiato. Due volte!»
«È stato molto cattivo,» dice sorridendo.
«Lo so!» esclamo ancora indignato.
Ryan mi dà un bacio a stampo sulla bocca. «Sono certo che gliela farai pagare.»
«Puoi contarci!» gli rispondo
Lui scoppia a ridere. La sua mano fa su e giù sulla mia schiena, il suo sguardo è caldo e luminoso. Sono fottuto, vero? Voglio dire, non in senso letterale, questo sicuramente avverrà dopo, ma… sono innamorato perso di quest’uomo che mi sopporta e mi asseconda in ogni mia follia.
Come fa?
«Come fai a sopportarmi?» gli chiedo senza neanche rendermene conto.
Ryan aggrotta la fronte. «Non capisco.»
«Voglio dire, sono pazzo! Guardami! Prima ero ricoperto di farina, qualche giorno fa ho buttato giù Dylan dal letto perché ero in crisi, non faccio altro che parlare a vanvera e dico tutto stronzate!»
«Ehi, smettila. Da dove escono tutte queste stronzate?» mi chiede e io scrollo le spalle. Non lo so neanche io, in realtà, ma come può un uomo magnifico come lui guardarmi con tanta devozione? «Io ti guardo, piccolo, e vedo un uomo meraviglioso che mi ama e che per rendere la serata perfetta si è avvicinato a un gatto nonostante ne sia terrorizzato. Vedo l’uomo che mi fa ridere ogni singolo giorno della mia vita, anche nei momenti più bui. Vedo James Morris, imprevedibile, bellissimo, magnifico, dal cuore enorme e tenero.»
«Sono un buffone,» borbotto. Me lo dicono tutti, no? Non che non mi vogliano bene, ma… beh, è così.
«Ami ridere e scherzare, James. È solo una delle tante cose che ammiro di te, e non solo io. Non ti lasci abbattere dalle difficoltà ma ciò non vuol dire che le prendi con troppo leggerezza. Sei pronto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno e a dimostrare tutto il tuo affetto ai tuoi amici e alla tua famiglia. I ragazzi ti adoro, Alec ed Emma sono pazzi di te. Io ti adoro e non ti ringrazierò mai abbastanza di amarmi.»
Scuoto la testa. «Sono io a doverti ringraziare, Ry. Questo è stato un anno di scoperta, per me. Mi hai aiutato tantissimo. Con te ho conosciuto l’amore.»
«E, a proposito di amore, ho un pensiero per te.»
«Davvero?»
«Non sei l’unico a voler festeggiare il nostro primo anno insieme,» afferma con tenerezza.
Mi si allarga sul viso un enorme sorriso. «Cos’è?»
Ryan si sposta leggermente e mette una mano nella tasca del pantalone. Ne tira fuori uno scatolino e me lo porge. Curioso, quasi glielo tiro di mano e lui ridacchia.
È una collana d’acciaio con una medaglietta. C’è un’incisione sopra. Quando la leggo il mio cuore scoppia di gioia.
«”Tuo per sempre”» sussurro.
Ryan sorride. «Ti amo, James. Averti conosciuto è stata la cosa migliore che mi sia mai successa. Quando sei venuto da me, per dirmi quanto mi ami…»
«Urlarti, vorrai dire,» borbotto.
Questa volta ridacchia, ma resta serio. «Sì, quando mi hai urlato che sei innamorato di me e che mi ami, io non potevo crederci. Sono fortunato ad averti al mio fianco, James Morris. E voglio che tu sappia che sono tuo, lo sarò sempre, con tutto me stesso.»
Alzo lo sguardo su di lui, incontrando i suoi occhi. Dio, il mio cuore sembra voglia uscirmi dal petto e, merda, ho davvero gli occhi umidi per l’emozione? Ryan mi bacia ancora una volta, leccandomi le labbra con la punta della lingua. Una sua mano mi accarezza la schiena, mentre con l’altra mi tira verso di sé, facendo aderire i nostri corpi alla perfezione. Deglutisco mentre il mio Magnete ventitré inizia a dare segni di vita…
«Possiamo saltare la cena?» sussurro facendo scorrere le mani sotto la maglia del mio uomo.
«No,» ribatte lui con decisione, «ti sei impegnato tanto per questa cena.»
«Ma…»
Mi morde il collo delicatamente, poi bacia lo stesso punto fino a risalire sulla mia bocca. «Avrai il tuo secondo regalo dopo, piccolo. E ti prometto che sarà fantastico.»
Magnete ventitré guizza. «Nessun dubbio a proposito. Ma ora ceniamo, prima ci sediamo a tavola, prima mi ritroverò steso sul letto con te sopra e dentro di me!»
Ryan ridacchia, mi dà un ultimo bacio e si allontana, poi si abbassa per dare una grattatina al gattaccio. «Sei stato davvero molto cattivo con James, Muffin» gli sento dire, «non lamentarti quando ti minaccerà di affogarti nel cesso.»
Scoppio a ridere e quasi faccio cadere la bottiglia di champagne. Dio, adoro il mio uomo!

FINE

Spero che il racconto, seppur non sia niente di speciale, vi sia piaciuto. Non odiate troppo Muffin, ci pensiamo James e io! 😝

Antonella P ♥️

2 pensieri su “Un anno straordinario – Prompt Per una parola di troppo, Per una scommessa #4

Lascia un commento